Uno dei passi più problematici del cammino della cultura del presente nel nostro io, attraverso il passaggio a una forma d’inflazione metodologica-scientifica e di un efficientismo diventato moda, è la continua scomparsa verso un’attitudine che risenta gli effetti anche più insignificanti di una condizione affettivo o emotiva. Parlo, facendola breve, della sensibilità. Essa sta scomparendo dal cuore dell’essere umano. Un esempio è dato da certi comportamenti di personaggi noti al grande pubblico, come selvaggia Lucarelli, una donna del tutto priva di equilibrio emotivo e propensa solo all’offesa e al diniego, il tutto per farsi uno spazio tutto suo nel mondo dello show business, unico modo per lei di “apparire ed essere”.
Intendiamoci, la sensibilità è un dono, un dono raro e certune persone, come quella sopra descritta, non sapranno mai dove trovarla poichè, gli esseri umani che la possiedono, sono portatori di un bene prezioso che non si acquisisce con lo studio, con le minacce, con le apparizioni televisive, con le offese verso persone più anziane. Magari, la si raggiunge con l’esperienza, ma ripeto, esiste un limite che l’individuo arrogante e presuntuoso non potrà mai oltrepassare.
La sensibilità per la Lucarelli non è una dote indispensabile. Che cosa mai se ne farebbe, tutta compresa com’è a conquistarsi il suo posticino di giornalista, opinionista, giudice: uno spazio effimero, solo fatto di gratificazione esteriore. Una donna che si disinteressa completamente di ogni tipo di valore, ma che punta esclusivamente al suo tornaconto, a cosa può servirle la sensibilità, una dote, oggi, non spendibile per certe persone.
Selvaggia Lucarelli, l’anti-sensibilità!